PROGETTO NATURA ONLUS
Il Falco pellegrino e il Gheppio


Chi sono
Il Falco pellegrino (Falco peregrinus) e il Gheppio (Falco tinnunculus) sono gli unici rapaci diurni italiani che si riproducono negli ambienti urbani. Adattati a riprodursi in natura su pareti rocciose, sfruttano per nidificare in città gli edifici, utilizzando nicchie, cavità o superfici piane per costruire i nidi. La dieta del Falco pellegrino è specializzata sugli uccelli; in ambiente urbano è varia e comprende in larga parte colombi domestici, sebbene in proporzioni diverse a seconda delle città, contribuendo comunque a regolarne le popolazioni, gabbiani, rondoni, storni, e uccelli migratori. Il Gheppio è invece specializzato a cacciare piccoli mammiferi, per lo più roditori. Il pellegrino caccia in volo con spettacolari picchiate con le quali supera i 200 km/h di velocità, mentre il Gheppio lo si vede spesso fare lo “Spirito Santo”, ovvero librarsi in volo da fermo, per meglio valutare la posizione delle prede.
Cause di minaccia e stato di protezione
Dopo anni di drastico calo in tutta Europa a causa dell’impiego del DDT, le popolazioni di Falco pellegrino sono oggi fuori pericolo e in aumento e la specie è considerata a “basso rischio” (LC), dalle Liste Rosse Italiana (2019) ed europea (2021). Anche il Gheppio, che insieme alla Poiana è il rapace più comune in Italia (ed anche in Europa), è considerato a “minor rischio” (LC). Negli ambienti urbani, specie per il Gheppio, il problema di conservazione principale è rappresentato dalla chiusura delle cavità nido, come le buche pontaie, mentre per il Falco pellegrino un importante fattore di rischio è rappresentate dalle vetrate, specie dei grattacieli, che riflettendo il cielo possono trasformarsi in trappole mortali.
Come riconoscerli
Il Falco pellegrino ha una struttura massiccia, un volo più pesante del Gheppio ed è più grande. In volo il pellegrino si presenta chiaro con una fitta barratura nera, mentre il Gheppio ha una colorazione più rossiccia con la punta delle penne della coda (timoniere) nere e molto contrastate. Il Pellegrino ha testa e mustacchi neri e il dorso grigio ardesia. Il Gheppio maschio ha testa grigia, dorso color mattone e punta delle ali nere, mentre la femmina è marrone fittamente barrata di nero.


Perche' vogliamo monitorarli
Entrambe le specie oltre ad essere specie di interesse conservazionistico; il Falco pellegrino è tra le specie che l’Unione Europea considera strategico proteggere, offrono negli ambienti urbani un importante servizio ecosistemico di regolazione di popolazioni di specie che impattano sull’uomo, come i colombi domestici e i roditori.
Il Falco pellegrino a Milano nidifica con certezza in una cassetta nido posta sul tetto del Pirellone e seguita da una webcam (Link) mentre il Gheppio nidifica in diverse situazioni, sfruttando buche pontaie ad esempio al Castello Sforzesco, nicchie come la Stazione Centrale o edifici di edilizia privata. È importante monitorarli per comprendere le esigenze ambientali e i problemi di conservazione per poter mettere in atto strategie di tutela.
Quando e come cercarli
Occhi rivolti verso il cielo, binocolo in mano, per il Falco pellegrino è importante identificare le zone di presenza, cercando di osservare gli individui posati o in caccia. Visite ripetute nel periodo riproduttivo, nelle zone dove la specie è stata osservata più volte potrebbero circoscrivere l’area di nidificazione. Il falco pellegrino depone le uova a marzo ma le coppie iniziano a frequentare il nido già a gennaio-febbraio. I piccoli si involano a maggio, quindi il periodo migliore per le osservazioni legate alla riproduzione va da gennaio a maggio/giugno. Per il Gheppio è importante passare al setaccio chiese e monumenti con le buche pontaie aperte, zone industriali o ritornare più volte nelle zone dove sono stati osservati degli individui. Il periodo di osservazione va da marzo a giugno.
Cosa fare per aiutarci?
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